Il corpo Immobile: Tensione e Tanatosi
Come abbiamo già avuto modo di dire negli articoli precedenti, un corpo che si muove è un corpo che parla, che ci fornisce preziose informazioni aldilà delle semplici parole; anche il “silenzio” del corpo, in realtà, è una forma di comunicazione.
Un buon osservatore, come un bravo giurista, dovrebbe saper riconoscere quando un’eccessiva rigidità di una o più parti del corpo corrisponde a un campanello d’allarme, così da capire meglio chi gli sta di fronte.
In una situazione particolare, come può essere quella dell’istruttoria dibattimentale, è importante capire quali possano essere i gesti considerati naturali, in accordo con la personalità e la capacità espressiva del singolo individuo, sia esso teste, avvocato, giudice o PM.
Quando il corpo, o parte di esso, smette di muoversi si assiste ad un fenomeno chiamato tanatosi, un comportamento derivante dal meccanismo attacco-fuga che viene usato da piante, animali e uomini per cacciare o non essere predati; infatti, restando fermi si tenta di non segnalare la propria presenza e di passare inosservati.
La tensione, com’è noto, provoca un irrigidimento fisico generale; nell’uomo questa rigidità si manifesta specialmente negli arti e nella zona del collo.
L’irrigidimento dei muscoli può essere più o meno controllato da persone che sono abituate a gestire situazioni di stress (come ad esempio la paura). È vero, però, che anche i più esperti, se in difficoltà, potrebbero abbassare la guardia e, se non bloccare, perlomeno rallentare il naturale ritmo dei movimenti.
È utile notare che questo accade in corrispondenza di un particolare argomento o di una persona con cui avviene l’interazione, e proprio su questo fattore si dovrebbe concentrare la nostra attenzione per un’analisi ulteriore del comportamento della persona che si sta osservando.
Dott. Francesco Di Fant, esperto di C.N.V.
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