Mani che parlano: Gesti illustratori e manipolatori
Gli italiani, si sa, amano gesticolare e senza l’uso delle mani è come se la loro capacità di parola e d’espressione risultasse fatalmente limitata, perlomeno rispetto a persone di altre nazionalità. Se il nostro uso sovrabbondante di gesti è in gran parte dovuto alla nostra cultura, è pur vero che i movimenti delle mani sono la naturale espressione della nostra capacità di entrare in contatto col mondo e manipolare la realtà circostante, non solo a livello fisico ma anche su un piano simbolico e comunicativo.
Ogni giurista dovrebbe avere la capacità di gestire al meglio i movimenti delle proprie mani e di saper leggere con efficacia quelli altrui. Due tipologie di gesti che usiamo spesso, sia parlando che ascoltando, sono i cosiddetti gesti illustratori e manipolatori.
I gesti illustratori, ciò che comunemente viene definito “gesticolare”, servono a rinforzare il significato delle parole espresse e ci aiutano ad apparire più credibili, inoltre è dimostrato che il nostro cervello memorizza le informazioni 3 volte più facilmente quando le parole altrui sono accompagnate da questi gesti illustratori.
I gesti manipolatori, invece, si effettuano con la manipolazione del proprio corpo (auto-contatto) o di oggetti; spesso fungono da indicatori di tensione o di disagio esprimendo, attraverso il contatto, il bisogno di protezione da qualcosa che viene percepito come estraneo o pericoloso per la propria integrità fisica o psicologica.
Bisogna però fare attenzione a saper contestualizzare questi movimenti e a non scambiare gesti che esprimono disagio con altri comuni gesti di auto-contatto, come possono essere, ad esempio, il grattarsi per un prurito o lo strofinarsi le mani per via del freddo.
Dott. Francesco Di Fant, esperto di C.N.V.
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