Quando parliamo spesso abbiamo la convinzione che gli altri ci stiano ad ascoltare, purtroppo nella realtà non sempre è così. L’attenzione può essere persa a causa di poco interesse, si può essere distratti da qualcosa intorno a noi o più semplicemente si sta pensando ai fatti propri.
Saper catturare l’attenzione altrui è un’arte, così come mantenerla nel tempo; avete notato che alcuni oratori riescono a risultare interessanti anche quando fanno un lungo discorso?
Per qualsiasi oratore saper stimolare l’interesse del suo pubblico è un valore aggiunto indiscutibile; l’osservazione del Linguaggio del Corpo aiuta a capire tempestivamente gli umori e i pensieri della platea, permettendo di reindirizzare il discorso o di cambiare registro per stimolare maggiormente l’attenzione dei presenti.
Per un avvocato o un giurista conoscere la Comunicazione Non Verbale per individuare i segnali di ascolto e di interesse altrui può essere davvero uno strumento in più nella propria cassetta degli attrezzi. Nel corso dell’attività professionale è normale parlare di fronte a più persone come in un’udienza o più spesso si comunica faccia a faccia, con giudici, colleghi, collaboratori, testimoni e diversi tipi di addetti ai lavori.
Quali sono i segnali non verbali che manifestano interesse verso le nostre parole?
Il primo dei segnali che possono indicare un reale interesse verso le nostre parole è sicuramente il contatto visivo, inoltre il contatto delle dita della mano con il mento indica attenzione, così come la mano che tocca la fronte come a stimolare fisicamente il pensiero e concentrazione nell’area del cervello.
Quali segnali del corpo possono essere legati a noia, disinteresse e impazienza?
Al contrario, possono anche essere presenti alcuni segnai corporei che indicano noia come, ad esempio, la mano che regge la testa come fosse un cuscino e le palpebre leggermente abbassate a segnalare una scarsa stimolazione. Quando invece è il disinteresse a essere visibile nel Linguaggio del Corpo altrui possiamo notare lo sguardo distratto, che guarda altrove cercando vie di fuga o altri stimoli come l’orologio o il telefono.
Tra i segnali di impazienza troviamo il classico tamburellare con i piedi o con le dita della mano, così come manipolare nervosamente un oggetto, toccare il proprio corpo con frequenza, mordersi le unghie e anche cambiare spesso postura, come se ci si trovasse in una posizione “scomoda” rispetto alle parole ascoltate.
Dottor Francesco Di Fant
Esperto di Comunicazione, Linguaggio del Corpo, Public Speaking e Analisi della Menzogna