Il presidente ucraino Zelensky ha parlato davanti al parlamento Europeo. Andiamo ad analizzare il suo Linguaggio del Corpo per capire le sue reali emozioni dietro le sue parole.
Nel suo discorso, in cui porta i segni visibili della stanchezza causata dal conflitto, rimane serio, controllato per gran parte del discorso. Vediamo questa stanchezza anche negli occhi stretti, appesantiti. Occhi stretti che possono significare diverse cose: tristezza, rabbia, stanchezza.
La sua è una richiesta di aiuto, una richiesta che viene anche evidenziata con i gesti delle mani, che usa appunto in maniera ritmica, con le mani aperte con il palmo rivolto verso l’alto, proprio come in una richiesta che viene effettuata rispetto allo spettatore, in questo caso il Parlamento Europeo.
Vediamo anche sul suo volto l’emozione della tristezza, in particolare la vediamo negli occhi, nelle palpebre che sono abbassate, negli angoli delle sopracciglia che cascano in basso così come gli angoli della bocca.
Insieme alla tristezza vediamo, in alcuni momenti, anche l’emozione della rabbia, presente in alcuni gesti: a volte agita il pugno, usa la mano “a taglio” come per colpire qualcosa. L’espressione della rabbia è anche lì, negli occhi, occhi a fessura, stretti, che guardano l’avversario, con le labbra che vengono premute con forza tra di loro.
Mentre all’inizio appare più serio, più controllato, dopo il corpo si agita, prende energia, il Linguaggio del Corpo di Zelensky letteralmente si infiamma, vediamo quindi le mani più agitate nella seconda parte del discorso, i gesti più ampi, le sopracciglia che diventano più mobili, un contatto visivo che è sempre presente – lui era un attore quindi conosce bene le tecniche di Public Speaking – e la testa che ogni tanto scatta in avanti, come a sottolineare con decisione le parole che sta pronunciando.
Infine, quando riceve la standing ovation, l’applauso del Parlamento Europeo, lo vediamo sorridere, soddisfatto dell’effetto che ha ottenuto, e dapprima saluta con la mano sul cuore, un collegamento e un ringraziamento emotivo da parte sua, poi saluta con la mano aperta, sempre col palmo rivolto verso l’osservatore a dimostrare di essere disarmato e di richiedere aiuto, e con il pugno che simboleggia la resistenza attiva, fisica, armata che il popolo ucraino sta opponendo di fronte all’invasore.
Vediamo un presidente, un uomo triste, arrabbiato che sta chiedendo, col cuore in mano, aiuto all’Europa, alla comunità internazionale, al mondo intero per difendersi dall’oppressore.
Francesco Di Fant
Esperto di Comunicazione, Linguaggio del Corpo, Analisi della Menzogna e Public Speaking
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