Europei 2021: calcio e Linguaggio del Corpo

“Notti magiche” cantavano Nannini e Bennato per i mondiali degli anni ‘90, abbiamo dovuto aspettare altri 31 anni per ospitare nel nostro paese una competizione internazionale di calcio, gli Europei 2021, riaprendo anche i nostri stadi dopo la fase acuta della pandemia di Coronavirus.

In questi giorni tanti connazionali sono tornati a tifare la nazionale di calcio allo stadio, in TV o davanti ai mega-schermi nelle piazze italiane, un primo accenno di ritorno alla normalità in questa difficile pandemia di COVID-19.

Osservando da tifoso le partite del torneo Euro 2021 (ufficialmente chiamato Euro 2020 poiché previsto per l’anno scorso), ho notato alcune particolari aspetti legati al Linguaggio del Corpo analizzando i giocatori in campo e i tecnici a bordo campo. Quali sono gli aspetti peculiari della Comunicazione Non Verbale nelle partite di football? Cosa esprimono giocatori e allenatori di calcio col loro corpo?

INTENSITÀ DEL LINGUAGGIO DEL CORPO E SFORZO AGONISTICO

La prima caratteristica che salta all’occhio è che nei momenti di agonismo e grande concentrazione come accade nel calcio, e in molti sport in generale, il Linguaggio del Corpo è decisamente più accentuato, genuino ed esplosivo. Gesti ed emozioni appaiono con maggiore intensità, le espressioni del viso delle emozioni sono molto marcate e difficilmente fraintendibili da chi le osserva.

La gestualità del corpo e in particolar modo delle mani è più frequente del normale e i gesti sono effettuati con maggiore ampiezza ed energia, le mani gesticolano freneticamente e in maniera visibile anche da chi è molto lontano.

Questo accade poiché il nostro cervello è in una sorta di “rapimento emotivo” quando si compie un grande sforzo fisico e di attenzione. La neocorteccia cerebrale, responsabile di molte funzioni logiche e del controllo dell’intensità delle emozioni, nel pieno del suo sforzo non riesce a controllare e a gestire, come avviene invece in situazioni sociali comuni, l’espressività del proprio corpo e delle proprie emozioni.

LE 6 EMOZIONI DI BASE IN CAMPO

Un altro aspetto peculiare nelle partite di calcio è la presenza maggiore di alcune emozioni rispetto ad altre, che sembrano quasi passare in secondo piano. Le emozioni di base sono 6 (rabbia, paura, disgusto, tristezza, felicità e sorpresa), 7 se consideriamo il disprezzo che è la “variante sociale” del disgusto.

Rapiti dallo sforzo agonistico a cui abbiamo già accennato, le emozioni di base che si presentano più frequentemente nelle partite di calcio sono 3: rabbia, tristezza e felicità, le altre sembrano manifestarsi con minore frequenza.

Rabbia, tristezza e felicità – queste sono le 3 emozioni più presenti in campo: la rabbia è visibile quando si subisce un fallo, per una decisione arbitrale sfavorevole, quando ci si arrabbia con un compagno di squadra per una disattenzione, col proprio allenatore (o coi propri giocatori) quando fanno cose che non condividiamo, a volte i giocatori possono anche perdere le staffe con i tifosi avversari se vengono provocati in maniera eccessiva.

La tristezza è palese quando si subisce un gol, quando si prende un cartellino giallo o si viene espulsi, quando si perde una partita o si esce dal torneo. La felicità è facilmente riconoscibile, in maniera esplosiva e spesso “personalizzata” da vari gesti di vittoria di alcuni giocatori, quando si segna un gol, si vince una partita o un torneo, quando un portiere para un rigore o un difensore riesce a salvare la porta in extremis.

Disgusto, paura e sorpresa – queste altre 3 emozioni di base si manifestano meno nel calcio rispetto alle precedenti: il disgusto può apparire a causa del sudore o della vista del sangue; il disprezzo, la sua variante sociale, si può invece manifestare quando si è in disaccordo con decisioni arbitrali o dell’allenatore o quando si subisce un colpo proibito da un avversario.

La paura è più rara è può presentarsi quando si intuisce la superiorità della squadra avversaria o di alcuni suoi elementi, oppure quando il portiere vede avanzare degli attaccanti avversari senza che la difesa riesca a fermarli. La paura è anche presente nei rigori, nei giocatori che li osservano, quelli che li tirano e nei portieri che provano a parare.

Infine, la sorpresa può apparire in pochi momenti quali un cartellino giallo o rosso totalmente inaspettato, una sostituzione poco comprensibile o quando ci troviamo improvvisamente superati da un avversario; sul volto dell’allenatore la sorpresa si può manifestare per decisione arbitrali inaspettate o per le azioni sbagliate dei propri giocatori.

Mettendo in luce questi aspetti, oltre che tifare potremo anche vedere le partite sotto un’altra luce. Domani ci aspetta la semifinale con la Spagna e l’augurio è uno solo: Forza Azzurri!!!

Francesco Di Fant
Esperto di Comunicazione, Linguaggio del Corpo, Public Speaking e Analisi della Menzogna

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