Ci sono molti modi in cui le culture differiscono nelle loro espressioni emotive. In ogni cultura esistono delle “regole di esibizione” (display rules) che specificano chi può mostrare quale emozione, a chi e quando. Le culture differiscono anche per gli eventi specifici che possono suscitare un’emozione. Come orientarsi?
Alcuni cibi sono considerati una prelibatezza in una cultura ma evocano disgusto in altre culture, senza contare le differenze individuali. Sebbene l’evento specifico cambi (il tipo di cibo), il tema generale (ingerire qualcosa di ripugnante come causa di disgusto, o qualcosa di buono come causa di piacere) rimane un’esperienza universale. Questo accade per tutte le emozioni. L’evento specifico che mi fa arrabbiare può essere diverso da quello che fa arrabbiare qualcuno di un’altra cultura, ma il tema sarà lo stesso. La rabbia può essere provocata da qualcosa di provocatorio, offensivo o frustrante, per citare solo alcuni dei temi della rabbia.
Il linguaggio delle emozioni
Le emozioni possono differire da una cultura all’altra anche nell’uso del linguaggio per comprendere ed esprimere emozioni. Le lingue differiscono nel numero di parole per le emozioni e nelle loro sfumature di senso. Ad esempio, i tedeschi usano la parola schadenfreude per quel particolare piacere quando si apprende di una sfortuna capitata a un avversario. Gli anglofoni non hanno una sola parola per quella sensazione, anche se provano la stessa cosa. Non avere una parola per uno stato emotivo può influenzare l’esperienza emotiva: senza termini per nominare i sentimenti, potrebbe essere più difficile distinguerli e pensarci.
Un esempio estremo di come la mancanza di parole emotive possa cambiare l’esperienza emotiva è stato riportato dallo psichiatra e antropologo americano Robert Levy. Gli abitanti di Tahiti non hanno una parola per la tristezza nella loro cultura. Agivano in modo triste (mostrando perdita di appetito, inattività ed espressioni tristi) quando respinti da un amante, non solo non potevano nominare tale sentimento, ma non mettevano neanche in relazione le loro esperienze con il rifiuto. Invece, hanno spiegato i loro sentimenti come dovuti a una malattia.
Influenza culturale dell’esperienza emotiva
Anche se le espressioni sono universali (presenti quando si prova l’emozione della tristezza), sembra che la cultura determini se e quanto la persona mette in relazione i sentimenti con l’evento. Le differenze tra le culture – e all’interno di qualsiasi cultura – modellano la nostra esperienza. La nostra evoluzione ci fornisce queste espressioni universali, che raccontano agli altri alcune informazioni importanti su ciò che stiamo vivendo. Tuttavia, ciò che ci dice quell’espressione potrebbe non essere lo stesso in ogni cultura.
Emozioni e comportamento sociale
Le emozioni universali e le loro espressioni facciali possono servire da modello per comprendere altri aspetti del comportamento sociale, in parte costruito dall’esperienza e in parte dal risultato dell’evoluzione della nostra specie. Ciò che è utile per l’adattamento può variare da un ambiente all’altro, tra diverse classi e gruppi all’interno di una cultura e tra diverse culture. Ciò che è stato utile alla nostra specie, alla nostra storia su questo pianeta, potrebbe non essere sempre efficace nella nostra attuale esperienza di vita. Non è mai una questione solo di natura o solo di educazione. Siamo creature bio-sociali: le nostre menti riflettono le nostre vite e le vite dei nostri antenati. Darwin ha aperto la strada non solo alle scienze biologiche ma anche alle scienze sociali.
Espressioni e gesti emotivi
I gesti possono riferirsi a quasi tutto (pensieri, azioni, desideri, ecc.), le espressioni invece riguardano solo le emozioni e tipicamente coinvolgono viso e voce e, in misura molto minore, movimento o postura del corpo. I gesti in genere vengono effettuati delle mani, sebbene alcuni comportino il movimento del viso. Darwin riconobbe che i gesti non sono universali, ma sono convenzioni apprese socialmente, che variano a seconda del linguaggio, da un luogo all’altro.
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Tratto da https://www.paulekman.com/blog/cultural-differences-in-emotional-expressions/