Secondo studi recenti sembra che tra i professionisti della menzogna solo gli agenti dei Servizi Segreti ottengono buoni risultati nel riconoscimento dell’inganno, al contrario di funzionari doganali, forze dell’ordine federali e agenti di polizia. Perché risulta così difficile riconoscere una bugia?
Le persone non sono molto brave a riconoscere le bugie
La risposta di 20 anni di ricerche è che le persone non sono molto precise nel giudicare quando qualcuno sta mentendo. Nello studio abituale, agli osservatori vengono fornite registrazioni video o audio e viene chiesto loro di giudicare se una serie di persone sta mentendo o dicendo la verità. L’accuratezza media nel rilevare l’inganno è stata raramente superiore al 60% (mentre il caso è pari al 50%), e alcuni gruppi hanno fatto peggio. La maggior parte di questi studi ha preso in esame studenti universitari, che forse non avevano alcun motivo particolare per imparare a capire quando qualcuno stesse mentendo. Forse i professionisti della menzogna, quelli che per lavoro devono individuare le bugie, dovrebbero essere più precisi.
In studi recenti si sono utilizzati campioni comportamentali tratti da una serie di interviste videoregistrate che, secondo precedenti misurazioni comportamentali, differivano quando i soggetti mentivano o dicevano la verità. I movimenti muscolari facciali misurati con il Facial Action Coding System comprendevano più sorrisi di mascheramento quando i soggetti mentivano e più sorrisi di piacere quando dicevano la verità sui loro sentimenti.
Anche la misurazione vocale ha distinto le interviste bugiarde da quelle veritiere. Si è riscontrato un aumento del tono quando i soggetti mentivano. Combinando la misura vocale e le due misure facciali, è stato possibile classificare correttamente l’86% dei soggetti come bugiardi o sinceri. Poiché erano note le differenze comportamentali tra i campioni onesti e quelli ingannevoli, i nostri studi hanno potuto concentrarsi sulla questione della capacità degli osservatori di rilevare l’inganno.
Si misura anche la capacità dei soggetti di riconoscere le microespressioni, espressioni facciali che durano non più di una frazione di secondo. Sulla base che le microespressioni sono un’importante fonte di indizi comportamentali dell’inganno, è utile trovare correlazioni tra l’accuratezza nel rilevare l’inganno e l’accuratezza nel riconoscere le microespressioni emotive.
Quali caratteristiche hanno le persone abili a riconoscere gli inganni?
Negli studi citati, non si riscontra alcuna relazione tra l’accuratezza nell’individuare l’inganno e l’età, il sesso o l’esperienza lavorativa. All’interno di due gruppi, servizi segreti e agenti federali, l’età è risultata correlata negativamente con l’accuratezza: gli osservatori più accurati (accuratezza dell’80% o superiore) avevano meno di 40 anni.
È emersa una correlazione significativa tra esperienza e accuratezza solo per i Servizi Segreti. In questo gruppo l’esperienza e l’età erano molto correlate. I professionisti con maggiore esperienza sono in genere meno coinvolti negli interrogatori faccia a faccia e più impegnati in mansioni amministrative, il che può comportare un calo delle loro abilità e del rilevamento degli inganni.
Probabilmente i cacciatori di menzogna più abili utilizzano informazioni diverse rispetto a quelli meno precisi. Hanno elencato comportamenti diversi e più variegati, enfatizzando quelli non verbali più di quelli verbali e menzionando anche comportamenti verbali uniti ai non verbali, piuttosto che quelli basarsi solo su quelli verbali.
Inoltre, il fatto che l’accuratezza nell’identificare le microespressioni fosse correlata all’accuratezza nel cogliere le bugie suggerisce che, oltre alle differenze informative, gli osservatori accurati potrebbero possedere abilità superiori nell’individuare e decodificare le informazioni emotive visualizzate sul volto.
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Tratto da https://www.paulekman.com/blog/who-can-catch-liars/