Gestire i turni di parola con la Comunicazione Non Verbale

Durante una conversazione con più persone esiste il rischio che la comunicazione risulti confusa e poco fluida. Saper gestire i turni di parola con la Comunicazione Non Verbale può essere utile per tutti sia in ambito personale che professionale.

Esistono persone molto loquaci e altre timide e di poche parole, in questi casi può risultare particolarmente utile gestire il flusso della comunicazione in maniera armoniosa regolando i turni di parola attraverso l’utilizzo della Comunicazione Non Verbale.

E’ bene non interrompere gli altri mentre parlano. Al di là della caratteristiche personali di ciascuno, esistono anche differenze culturali: i popoli latini – italiani inclusi – hanno il vezzo di sovrapporre i turni di parola iniziando a parlare ancor prima che l’altro abbia terminato la frase. I popoli anglosassoni invece attendono che l’altro termini di parlare prima di prendere la parola. In Asia è buona norma attendere qualche secondo tra un turno di parola e l’altro per evidenziare che si è riflettuto su quanto ascoltato prima di parlare.

Analizziamo alcuni dei segnali più utilizzati nel Linguaggio del Corpo per regolare la turnazione della parola, dividendoli in due categorie: segnali usati per cedere la parola all’altro e segnali utilizzati per chiedere la parola.

1) CEDERE IL TURNO DI PAROLA:

Iniziamo con alcuni segnali usati per cedere la parola a un’altra persona in una conversazione:

– Uno dei gesti più usati è un singolo movimento in alto della testa, questo cenno del capo è anche usato come forma di saluto e indica disponibilità verso l’altro, in questo caso specifico indica la disponibilità a lasciar parlare l’altra persona.

– Anche l’orientamento del corpo può essere usato per cedere la parola, girarsi con il proprio corpo (gambe, busto, testa) verso la persona a cui vogliamo dare la parola è un chiaro indizio di ascolto e attenzione durante una conversazione.

– Alcuni gesti delle mani quali, ad esempio, mostrare il palmo della mano o puntare un dito verso un interlocutore sono utilizzati per passare il turno di parola durante una conversazione o per sollecitare l’intervento di qualcuno.

– Per quanto riguardo l’uso della voce, possiamo segnalare che stiamo per terminare il nostro turno di parola abbassando il volume della voce e rallentando il ritmo del parlato. Il silenzio è normalmente usato per indicare la fine del proprio turno, qualora tale silenzio non fosse compreso o creasse disagio sarebbe meglio sollecitare l’interlocutore a parlare.

– Una considerazione a parte merita lo sguardo che, essendo un vero e proprio ponte comunicativo, può essere usato sia per cedere il turno di parola che per chiederlo. Lo sguardo regola l’alternanza dei turni nella conversazione. Per assicurarsi che gli ascoltatori non perdano la parte finale di un discorso, è bene mantenere maggiormente fisso lo sguardo.

2) CHIEDERE IL TURNO DI PAROLA:

Esistono anche dei segnali della Comunicazione Non Verbale che indicano la volontà di chiedere o prendere la parola in una conversazione:

– Un modo universale per segnalare in maniera attiva col proprio corpo la richiesta di poter comunicare è quello di rendersi visibili a chi parla con gesti come alzare la mano, un dito o o il mento.

– Anche spostare il busto in avanti esprime l’idea di essere pronti a parlare, tale gesto prossemico è usato per ridurre la distanza con l’interlocutore segnalando la volontà di interagire con esso.

– L’indice puntato sul labbro, come fosse una penna, può indicare che la persona sta aspettando il suo turno per parlare, di solito quando comincia a parlare il dito si stacca dalla bocca e può essere usato come una bacchetta per imprimere forza alle parole.

– Anche aprire la bocca e mantenerla aperta può indicare la volontà di prendere la parola, questo segnale è percepito come l’inizio dell’atto di fonazione che permette all’aria di fuoriuscire come suono e parola.

Questi piccoli gesti possono aiutarci a regolare i turni di parola rendendo la comunicazione più armoniosa ed efficace.

E voi che ne pensate?

Francesco Di Fant
Esperto di Comunicazione, Linguaggio del Corpo, Analisi della Menzogna e Public Speaking

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